fbpx

[av_textblock size=” av-medium-font-size=” av-small-font-size=” av-mini-font-size=” font_color=’custom’ color=’#000000′ id=” custom_class=” av_uid=’av-kjwsa3ok’ admin_preview_bg=”]

Le condizioni climatiche stanno peggiorando sempre di più e ciò comporta, inevitabilmente, conseguenze disastrose anche per la nostra esistenza.

Quando parliamo di crisi climatica ci riferiamo alle emissioni di gas nell’atmosfera che causano fenomeni come l’effetto serra e il surriscaldamento globale.

Dall’inizio della Rivoluzione Industriale, con l’invenzione della macchina a vapore, a oggi la combustione di metano, petrolio e carbone e la deforestazione hanno causato una concentrazione maggiore di CO2 nell’aria. Basti pensare che nel 2018 il tasso di anidride carbonica è del 45% in più rispetto agli anni della Rivoluzione Industriale ed il 31% in più rispetto a 60 anni fa. Dati questi a dir poco allarmanti.

Circa la metà delle emissioni di gas derivano dai settori di produzione di energia e di trasporti, che registrano un +2% dal 1990.

Come si vede dal grafico dal 1990 ad oggi il livello di CO2 in atmosfera è salito in maniera vertiginosa.

L’Italia investe quasi 35,7 miliardi di euro l’anno per i fossili che servono per il trasporto, le industrie e il riscaldamento “sprecando” i suoi soldi per una tecnologia che tra un paio di anni non sarà nemmeno più competitiva.

Perciò puntare sulle rinnovabili non comporta soltanto un vantaggio per l’ambiente ma anche per l’economia, poiché le energie rinnovabili sono molto più economiche dei combustibili fossili o costano quanto le sostanze inquinanti, come il carbone.

Con l’Accordo di Parigi del 2015, accordo tra gli Stati Membri sui cambiamenti climatici per la riduzione dell’emissione di gas serra, si è arrivati finalmente ad un punto decisivo. Il 18 Dicembre 2020 è stata definita una classificazione per gli investimenti sostenibili, “elenco verdi”, fissando gli obiettivi ambientali per i quali una attività economica può essere definita “sostenibile”. L’obiettivo è quello di ridurre almeno del 55% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Ciò che danneggia maggiormente il nostro Pianeta e ritenuti fortemente responsabili di un’eccessiva emissione di CO2 ed altri gas nocivi sono i trasporti, la produzione di energia elettrica e il riscaldamento.

Ma a tutto, per fortuna, c’è rimedio. Vediamo come.

Precisiamo che l’ordine è casuale.

Al primo posto, senza ombra di dubbio, troviamo i trasporti tra i responsabili della produzione di emissione di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, specialmente durante il traffico. Nell’Ue attualmente i trasporti causano un quarto delle emissioni a effetto serra e consumano un terzo di tutta l’energia finale, che proviene principalmente dal petrolio. Necessario, a questo punto, investire e optare per le auto elettriche capaci di abbattere di circa il 50% le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Considerare l’acquisto di un’auto elettrica è sicuramente una scelta green.

Al secondo posto c’è la produzione di energia elettrica, che causa l’emissione dei gas serra come anidride carbonica, monossido di carbonio, anidride solforosa e ossidi di azoto. Ovviamente è indispensabile precisare che ad inquinare non è l’energia elettrica di per sé bensì il metodo di produzione della stessa. Circa il 60% dell’energia prodotta deriva da fonti non rinnovabili come carbone, gas ed altri combustibili per alimentare le centrali termoelettriche, spesso ubicate vicino o all’interno delle città. Una soluzione, in questo caso, è l’installazione di impianti fotovoltaici in grado di sfruttare la luce solare per trasformarla in energia elettrica, ossia un’energia pulita, rinnovabile ed inesauribile.

Tale scelta determina un abbattimento delle emissioni di gas dannosi e dei costi in bolletta. Non male!

Infine, non meno importante, abbiamo il riscaldamento. La situazione italiana a tal proposito è davvero drammatica poiché il riscaldamento edilizio determina un alto incremento di emissioni di gas serra dato che la maggioranza degli edifici è in classe G. Per riscaldare le case, gli italiani bruciano circa 14 miliardi di litri di gas, 6,5 miliardi di litri di gasolio, 2 milioni di tonnellate di combustibili solidi.

Per ovviare a ciò possiamo decidere di installare una pompa di calore che richiede circa tre volte in meno di un combustibile o una caldaia a condensazione, mentre una soluzione per il riscaldamento dell’acqua calda sanitaria è il solare termico. Quest’ultimo assorbe i raggi solari e li utilizza per riscaldare l’acqua.

Per migliorare la situazione appena descritta, un’occasione unica è sicuramente il Ricovery Fund messo in campo dall’Unione Europea, infatti tale strumento prevede di investire nella green economy ben 74,3 miliardi di euro e ben 27,7 miliardi nella mobilità sostenibile.

Per fortuna qualcosa sta cambiando ma soprattutto sta cambiando il nostro modo di vedere e pensare all’ambiente e alla sostenibilità. Pensare “green” non è la nuova tendenza dell’anno o una moda, ma è molto di più. È salvaguardare il nostro Pianeta, la nostra economia e la nostra vita.

Barack Obama disse: “Non possiamo consegnare ai nostri figli un pianeta divenuto ormai incurabile: il momento di agire sul clima è questo.”

Per maggiori informazioni visitate il nostro sito web www.fuocoesco.com oppure contattateci tramite email o telefono.
[/av_textblock]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *